Pils la birra inconfondibile

Chiara, frizzante, dal caratteristico gusto amarognolo del luppolo. Impossibile non riconoscerla e confonderla con una Lager

Il suo nome esteso è Pilsner, dalla città di Plzen in Repubblica Ceca in cui è nata a metà ’800 dall’unione del luppolo boemo Zatec e la tecnica birraria bavarese. È nata principalmente perché i birrai cechi volevano dare alla loro produzione la stessa trasparenza che riuscivano a dare i colleghi tedeschi. Il prodotto che ne è derivato è stato un fortunoso connubio ed è inconfondibile al palato! 

Al di là delle origini, che fanno risalire al famoso birraio bavarese Josef Groll la preparazione delle prime miscele di Pilsner, è bene approfondire le caratteristiche di questa birra così gustosa e dissetante anche se leggera. E vedere come oggi la formula venga riprodotta con successo anche con tecniche più moderne ma che rispettano la qualità degli ingredienti.

Le varietà di birra Pilsner
La birra Pilsner piace, e tanto. E molti produttori si sono cimentati. Oggi le diverse produzioni di Pilsner a livello internazionale si possono ricondurre fondamentalmente tre versioni: la Pilsner Boema, la Pilsner Tedesca e la Pilsner Americana. Sotto queste definizioni si ritrovano birre di produzione simile. Scopriamole o riscopriamone le caratteristiche.

Prima di tutto ricordiamo che mai una Pilsner può essere confusa con una Lager, anche se ne è parente strettissima: la Pilsner ha gradazione di massimo 5,5° e un gusto amaricato decisamente preponderante e possiamo dire affascinante. 

Pilsner Boema – utilizza un luppolo autoctono, tipico, che conferisce un aroma intenso, davvero corposo ma non eccessivamente amaro e richiede un’acqua poco dura, con basso contenuto di sali, sia carbonati sia solfati.

Pilsner Tedesca –  prevede l’utilizzo di luppoli rigorosamente tedeschi, il lievito –che la rende più amara e secca–  e soprattutto acqua più dura. Ne viene una birra pilsner di colore più intenso e con schiuma cremosa.

Pilsner Americana – ciò che la caratterizza è l’uso del granoturco, oltre al luppolo. Le pilsner americane sono quindi più alcoliche e più aromatiche.

 

Cos’hanno da dire i Mastri Birrai italiani
Ai consumatori italiani la Pilsner, più conosciuta nella versione tedesca, è sempre piaciuta molto. E i produttori artigianali di casa nostra in anni recenti ne hanno approfondito la conoscenza raggiungendo qualità invidiate ovunque. Insomma, i mastri birrai italiani selezionano materie prime di qualità e ci mettono passione e tecnica a volontà

La diffusione delle birre Pils in Italia ha avuto un colpo d’ala dalla metà degli anni ’90 del secolo scorso e non si è più fermata. La passione è cresciuta e molti birrifici hanno iniziato a produrla con ottimi risultati. Le produzioni Pils italiane hanno iniziato ad assumere caratteristiche specifiche e riconoscibili: uso di luppoli di qualità elevata e dry hopping, cioè la luppolatura a freddo per aromatizzare la birra senza ricorrere alla bollitura. 

Questa procedura, la luppolatura a freddo, caratterizza profondamente le produzioni Pils italiane, tanto da portare al riconoscimento proprio della Pilsner Italiana. Il luppolo, preferibilmente sotto forma di fiori, viene inserito nell’apposito fermentatore nella fase finale del brassaggio e rilascia lentamente i suoi aromi, ma senza aumentare il sapore amaro della birra, che infatti aumenta in fase di eventuale bollitura. Inoltre, la scelta di preferire l’uso di fiori di luppolo permette di concentrarli in un sacchetto e non disperdere residui che farebbero intorbidire la birra.

 

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